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LIBRO QUARTO — 1799. 237

in Foggia, e un grosso battaglione ad Ariano, altro ad Avellino, un reggimento a Nola. Giunta in quel tempo la nuova che i Turco-Russi stringevano da presso Corfù; e viste le navi di quelle due bandiere nell’Ionio e nell’Adriatico, rialzarono Trani ed Andria le speranze; le altre città o terre sottomesse dal grido della fortuna francese, oggi per grido di fortuna contraria tornavano borboniane; gli statichi, lasciati o fuggitivi, si facevano liberi. Solamente Sansevero benchè in animo sentisse maggiori stimoli di vendetta, scemata de’ più giovani e più prodi, abbrunato il popolo intero per le morti della battaglia, ed ogni casa, ed ogni zolla serbando i segni della strage, si tenne obbediente alle sue male sorti e addolorata.

XIX. A tale in breve si venne che bisognava tener perdute le Puglie, o riconquistarle. Adunata in Cerignola nuova squadra repubblicana, forte quanto la prima, sotto l’impero de generale Broussier con la medesima legione napoletana di Ettore Carafa, drizzò il cammino ad Andria. Andria, città popolosa, circondata di mura con tre porte, dopo il tristo fato di Sansevero accrebbe le difese, ristaurando la muraglia in più parti rovinata dal tempo, alzando nuove fortificazioni, sbarrando le porte, fuorchè una, e sfilando dietro ogni porta fosso largo ed alta trinciera. Diecimila borboniani la difendevano, soccorsi dagli abitatori ch’erano diciassette migliaia; i preti e i frati concitavano quelle genti con gli stimoli potenti della religione; e sopra vasto altare alzato nella piazza, avendo poggiato un crocifisso di grandezza più che umana, dicevano che al celebrare della messa ed alle sacre offerte, udivano dalla santa immagine che nessuna forza profana basterebbe ad espugnar la città, difesa dai cherubini del paradiso; e che presto giungerebbe in ajuto degli Andriani stuolo numeroso di altri soldati e di altri popoli. Le quali promesse si leggevano scritte a caratteri grandi in un foglio spiegato, messo in mano al crocifisso. E poichè il giorno innanzi della comparsa de’ Francesi giunse in città sopra legni corridori un battaglione di borboniani mnossi da Bitonto, e la nuova che Inglesi, Russi e Turchi arriverebbero tra pochi dì, si confermarono le predizioni; ed il popolo, fatto certo della vittoria, stava lieto, non timido della battaglia.

Il nemico, intorno ad Andria, spartì le forze in tre colonne quante le porte; e con le migliori arti di guerra minacciò, assalì, finse altri assalti alla città, la quale da’ ripari per colpi di cannoni e di archibugi teneva lontani gli assalitori. Ad un cenno del generale Broussier, tra suoni militari e romore di artiglierie avanzarono a corsa i repubblicani, e appoggiando alle mura le scale, impresero a montarle; ma sotto spari infiniti, e sassi, e moli che i difensori precipitavano dall’alto, tollerate molte morti e più ferite di guerrieri prodi e chiari nell’esercito. fu sonato a raccolta, e gli assalitori