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236 LIBRO QUARTO — 1799.

scivo, andasse, come è costume, spicciolatamente in cerca di ricchezze e di piaceri. Il generale Duhesme che in Bovino aveva fatto punir con la morte i colpevoli della ribellione, e tre soldati francesi rei di furto, notificò quelle discipline in luogo di minacce o promesse agli abitanti di Sansevero. E costoro uccidendo alcuni partigiani di repubblica, o cittadini onesti, o sacerdoti, sol perchè pregavano la pace, avvisarono il generale di quelle crudeltà, chiamandole (ad esempio e a dileggio del suo scritto) discipline loro. E quindi, scoppiando lo sdegno in Dubesme, mosse il 25 di febbrajo contro Sansevero; e saputo, per ingegno di guerra o dalle spie, il disegno de’ borboniani, avviò forte squadra pier la sinistra del poggio, onde snidarli dagli oliveti; e nella vittoria che teneva certa, tagliar le strade alla fuga. I borboniani, per la opposta parte, divinando il pensiero del nemico, assai forti su la prima fronte per cannoni portati a braccia, e per numerosa cavalleria sciolta e scorritrice nel piano come Numida, uscirono in forza dal bosco, ed animosamente guerreggiando forzavano quella squadra francese a retrocedere.

Accorse in ajuto altra squadra, mentre Duhesme assaltò in gran giro la città con arti nuove a’ difensori; cosicchè sbaragliata la cavalleria, più molesta che forte, vinte le batterie, superato e cinto il poggio degli ulivi, fece sonare a vittoria e ad esterminio. Nel quale scompiglio de borboniani, compito dalla prima squadra l’ordinato movimento, e così tolte le strade al fuggire, finì la guerra, cominciò la strage; spietata, imperciocchè i Francesi vendicavano trecento commilitoni estinti; altrettanti almeno feriti, e le morti civili e le audaci risposte alle offerte di pace. Tremila di Sansevero giacevano sul campo e non finiva l’eccidio; quando le donne con capelli sparsi, e vesti lacere e sordidate, portando in braccio i bambini, si presentarono al vincitore pregando che soprastessero dall’uccidere, o consumassero il castigo meritato da città ribelle sopra i figli e le mogli de’ pochissimi uomini che restavano. Quello spettacolo di pietà e di miseria commovendo l’animo de’ Francesi, tornarono mansueti i vincitori, sicuri i vinti.

I fatti di Sansevero, come che bastassero a scoraggiare molte piccole terre della Puglia, confermarono alla guerra la città d’Andria e di Trani; avvegnachè rinforzate pei molti fuggitivi dalla battaglia, e fermate nella credenza che Sansevero fosse perduta per forza di tradimento: menzogna sempre usata dai fuggiaschi, sempre creduta dai partigiani. Il generale Duhesme, accresciuto da ottocento Francesi venuti dagli Abruzzi, disponevasi a procedere verso Andria; ed in quel mezzo giungevano al suo campo legati e statichi delle tre province di Puglia. Ma in Napoli mutato il comando dell’esercito da Championnet in Macdonald, e ’l senno e la idea di quella guerra, furono richiamate le schiere, fuorchè piccola mano lasciata