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libro i. capo xxiii. 47

figliuolo Turismodo era solito di sedere. Così essendo le cose, mentre delle varie imbandigioni cibavansi, Turisendo già volgendo per mente che quella era la sedia del suo figliuolo, e rammemorando nel cuore la morte del medesimo, al veder sotto gli occhi l’uccisore che sedeva nel luogo di quello, traendo un profondo sospiro, non potè contenere il dolore, che finalmente scoppiò in queste parole: Oh quanto mi è caro quel luogo; e quanto odioso chi l’occupa! Allora l’altro figlio del re, che si trovava presente, commosso dal padre, cominciò a provocare i Langobardi con ingiurie dicendo: che usando essi di cingere la parte inferior della gamba con certe bianche fasciuole, somigliavano alle cavalle, i piedi delle quali sino alla giuntura son bianchi. Fetide1 (ei diceva) sono le cavalle a cui voi somigliate. Allora un Langobardo rispose: Vieni al campo d’Asfeld e là potrai riconoscere quanto gagliardamente queste, che tu chiami cavalle, sappiano trar di calci; colà sono disperse le ossa di tuo fratello, come di un vile giumento in mezzo dei prati. I Gepidi, udi-

  1. L’originale ha foetulae. La qual voce io non ho potuto intendere che per sinonimo di foetentes.