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43’ TAV. XXXIII.

I. 2. Una dea coperta di alto tutulo, con vestimenti stretti e ornati con più fregiature: tiene armille alle braccia, e calzari a punta: alza la destra con gesto di amoroso accoglimento: con la sinistra soleva la tunica quasi in atto di camminare. — Museo regio di Berlino.

Riproduco questa statuetta con etrusca iscrizione incisa nel dorso 3°, come un esemplare legittimo del più vecchio stile: forse uno dei primi passi fatti Dell’ arte quando cominciava a dar forma e mossa alle figure. L’immagine è certamente di dea primaria dell’antico culto italico. L’atto consueto di sollevare da un lato la tunica è un gesto puramente simbolico, che qualifica essere o natura divina: quindi sì spesso replicato in idoletti etruschi muliebri, perchè derivato da un tipo sacro originale della effigiala divinità, che dagli artisti s’ andava ricopiando di età in etU con variato stile. Le vesti strette alla vita, e la molta sottigliezza del corpo sopra dei fianchi, l’ unione e l’ imraobilila ne’ piedi, sono bensì contrassegni certi dello stile ieratico più vetusto nel git.tar di bronzo.

3. La stessa dea effigiata in uno stile meno antico. .— Museo dell’ Inslituto di Boloona.

3o Lascio qui, come per tutt’ altrove, intentata qualunque interpetrazione delle iscrizioni etrusche che portano i monumenti esposti: argomento grammaticale alieno al disegno dell’opera presente.