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CAPO XXI. 71

tichissimi popoli dell’Italia tolsero stabilmente forme civili mediante reggimento teocratico, e la successiva fondazione di vere colonie sacre, ne parrà pure probabilissimo, e al tutto conforme alla qualità del secolo, che gli originali membri di queste comunità medesime, tenuti per uomini consacrati ed eletti1, vi divenissero altrettanti capi di una stirpe, intorno alla quale si ristringessero con vincoli di religione comune gl’incoli stessi del territorio aggregato, che a loro s’unirono per difesa e protezione sotto tali scambievoli obblighi, che indi appresso tolsero l’essere d’una legittima clientela. In qualunque città nuova per accessione ai fondatori di cotal gente raccoltavi del contado formavasi una plebe: ed il padronato, o sia il patto giurato di sì fatta unione, v’era egli stesso una cosa santa data in guardia agli dei. Potette questo modo nascere e mantenersi senza contrasto, nè tumulto; perchè chi era del governo e reggeva il comune, non pure teneva in freno gli uomini aggiuntisi con loro, ma non gli adoperava in cosa dove potessero prendere autorità. Per certo mai non poteva capir nell’animo dei cittadini primitivi di qualunque terra, uomini quasi divini, e veri eponimi dei loro casati, l’ammettere altro sangue alla partecipazione di privilegi ben acquistati, e di diritti che inalterati passavano nei discendenti. Nè solamente gli Etruschi sino dalla prima loro istituzione, civile insieme e sacerdotale, avevano di

  1. Vedi Tom. i. p. 33.