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CAPO VII. 123

antichità veramente toscaniche  si sono ritrovale spesse volte nel Piceno; e la qualità, la vetusta, e la copia delle monete d’Adria che vanno attorno, non men che le loro impronte simbolizzanti cose marine1, fan sicura testimonianza, che questo lembo d’Italia godeva di molta prosperità per commercio marittimo, già ne’ primi secoli di Roma. Nè poco a dir vero era acconcio il luogo a navigare e mercare intorno intorno al golfo. Inverso il mare di sotto la prossimità dei Liguri-Apuani al confine occidentale dell’Etruria, era stata similmente da quel lato cagione di feroci contrasti, che fruttarono agli Etruschi il possesso dello spazioso golfo della Spezia, e del paese più propinquo alla Magra, dove edificarono Luni, che indi appresso divenne col suo porto l’emporio più grande della nazione. Ed alla scoperta recentissima di un monumento con lettere etrusche2 dobbiamo la certezza, che là intorno ne’ monti all’occidente del golfo s’estendeva non pure il dominio, ma l’uso ancora della lingua etrusca. Che di lontani tempi gli Etruschi attendessero con ardentissima competenza di navigazioni alle arti marine, e che talune città dovessero a queste le sue ricchezze, è fatto manifesto per la vituperosa nota di pirati, che davano

  1. THA, Hatri è la leggenda; il cui nome rimane oggidì qual era: Atri nell’Abruzzo superiore. Vedi Delfico, dell’ant. numis. d’Atri.
  2. Cippo sepolcrale trovato presso la Rocchetta, al confine del Genovesato. Vedi i monumenti tav. cxx. 7.