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si pervenne alla fine a poter affermare il concetto dell’Uomo o dell’Umanità, con ciò si «eternizzò» di nuovo l’Idea: «L’uomo non muore!» Si credette cosi dì aver trovato la realtà dell’idea: l’Uomo è l’io della storia; è lui, questo ideale, che si sviluppa, cioè si realizza. Egli è veramente reale e corporeo, perchè la storia è il suo corpo, del quale gli individui non sono che i membri.

Cristo è l’io della storia del mondo, anche di quella che precede la sua apparizione sulla terra. Per la filosofia moderna, questo io è l’Uomo; l’immagine di Cristo è divenuta l’effigie dell’Uomo; e l’Uomo, come tale, l’Uomo» è il «centro» della storia. Con l’Uomo riappare il principio immaginano, perchè l’Uomo è come Cristo, un essere immaginario, L’Uomo, l’io della storia del mondo, chiude il ciclo del pensiero cristiano.

Il cerchio magico del Cristianesimo sarebbe infranto se cessasse il conflitto tra l’esistenza e la vocazione, cioè tra l’Io quale io sono e l’Io quale debbo essere; il Cristianesimo non sussiste che nell’aspirazione dell’idea verso la corporeità, e scomparirà il giorno in cui il conflitto che li separa verrà risolto. Dunque il Cristianesimo sussiste soltanto a condizione che l’idea rimanga idea (e Uomo e Umanità sono appunto delle idee incorporee).

L’idea diventa corporea, lo Spirito incarnato o «perfetto» si agita dinanzi agli occhi del Cristiano e rappresenta nella sua immaginazione l’«ultimo giorno» o la «mèta della storia»; essa non è per lui la realtà del presente.

All’individuo è solo permesso di prender parte alla edificazione del regno di Dio; o, per adoperare lo stile moderno, allo sviluppo della storia dell’umanità, ed è in causa e a seconda della sua partecipazione che gli si riconosce un valore cristiano; o, nel senso moderno, umano; per il resto, egli non è che un mucchio di cenere o un alimento per i vermi.

Ma che l’individuo sia per se stesso una storia del mondo, e che il resto della storia non sia che sua proprietà, tale è un concetto che oltrepassa le vedute del cristiano. Per il cristiano la storia è superiore all’individuo, poiché essa è la storia di Cristo, ossia dell’«Uomo»; per l’egoista, invece, soltanto la propria storia ha un valore, poiché egli non intende svolgere che se stesso e non i progetti di Dio, i disegni della Provvidenza, la Libertà,