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In queste definizioni ed in questi assiomi è già sintetizzata, nelle sue linee generali, la visione che Spinoza svolgerà ora, con paziente lavoro di concatenazione logica, nei suoi teoremi. La realtà ultima è un essere unico, fondamento di ogni realtà finita, supremamente reale (def. 1), che è per sè ed ha in sè la ragione dell’essere suo: essa è la sola sostanza (def. 3). Appunto perchè è la suprema realtà, essa comprende in sè tutti gli aspetti irreducibili della realtà, che noi conosciamo (attributi) ed anche quelli che non conosciamo (def. 4, 6); è l’essere veramente libero (def. 7) ed è una sola cosa con l’eternità (def. 8). Ciascuno dei suoi aspetti (attributi) si specifica poi in innumerevoli determinazioni finite o modi (def. 5), che sono esistenze limitantisi reciprocamente (def. 2) e che appunto per questa limitazione ci sono date come realtà periture, la cui essenza non implica l’esistenza (ass. 7). I modi procedono con rigorosa necessità, mediatamente o immediatamente, dagli attributi, perciò dipendono da essi, hanno in essi la loro ragione, debbono essere pensati per mezzo di essi (ass. 1-4) e non contengono in sè nulla che non sia già nel loro principio (ass. 5). La conoscenza vera è quella che abbraccia la totalità delle cose in questa sua unità e verità (ass. 6).
III. — L’esistenza di Dio.
1) Il primo libro si può dividere in tre parti. Nella prima (prop. 1-11) è svolto il concetto che Dio è una unità per sè esistente (prop. 1-7), infinita e necessariamente esistente (prop. 8-11). Nella seconda (prop. 12-20) sono esposte le proprietà di Dio. Nella terza (proposizioni 21-36) si tratta della derivazione delle cose da Dio.