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stava! Li avrebbe salvati. E così?... Forse già morti... forse non arrivava a vedere che due cadaveri!

Si picchiava la fronte nell’acuta angoscia, e non poteva rattenere i singhiozzi.

Appena lo videro arrivare, le persone dell’albergo gli furono incontro gridando:

— È il chirurgo?

— No. Un parente del capitano. Vivono ancora?

Oh! non sapevano. Speravano. Li avevano sollevati da terra. Uno studente di medicina, che si trovava lì, aveva fatto una fasciatura alla signora; ma pur troppo il signore gli pareva morto.

Paolo fu introdotto nella camera e la sua prima impressione fu così terribile che gli parve d’impazzire. Sul divano, vicino all’entrata, era disteso il capitano nella più assoluta immobilità.

— O Isidoro! Isidoro!

Non potè dire di più, soffocato dai singhiozzi.

Un giovane gli si accostò: era lo studente di cui gli avevano parlato.

— Scusi, non faccia così: la signora non è morta; può rinvenire da un momento all’altro. Sarebbe male che la sua prima impressione fosse di spavento.

Allora Paolo si avvicinò all’alcova e vide Antonietta bianca come i lenzuoli che le circondavano il volto delicato. La contemplò lungamente.