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ratura. Fausto sorrise tristamente e all’ombra gli oscurò la fronte. Ma in quel medesimo istante entrò nella camera Argìa al fianco di Vittorio, e la fronte oscurata si rischiarò.
— Oh! Argìa non m’abbandonare! Mi hai lasciato, e ho sognato di morire!...
Pallida, ma sicura in volto, ella si chinò su lui e lo baciò, mormorando:
— Non ti lascierò più.
E la voce commossa, solenne, palesò tutto il significato della promessa.
Il professore rabbrividì. Voleva parlare e si sentiva paralizzato.
Finalmente, Fausto disse:
— Professore, mi vuol sempre bene, vero? Non mi ha perso la stima?...
— Oh! Fausto!.. protestò il Pisani commosso.
E sebbene egli credesse di avere dinanzi a sè il seduttore della figlia sua, colui che aveva compromesso l’onore dei Pisani, sentiva in