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Il viso di Argìa tradì una intensa commozione.
Egli se ne compiacque: aveva toccata la corda sensibile.
— Vedi! Non ci avevi pensato alla tua creatura! Lasciati dunque guidare da me. Vedi come è buono tuo padre!
— Sì, tu sei buono, e ti ringrazio... Ma io non posso... non voglio!...
— Ali! No!... Sei cattiva e ostinata. Ma non importa. Parò senza il tuo aiuto: e tu obbedirai, come è tuo dovere. E ora va! La mia pazienza è esaurita. Va!...
Argìa fece per ritornare da Fausto; ma il professore la prese per un braccio e la strappò via.
— Non di là!... A casa devi andare. Non lo vedrai più, giacchè non vuoi che ti sposi, sgualdrina!...
— Oh! babbo! babbo!...
E s’attaccava a lui per seguirlo. Ma egli la respinse brutalmente e chiuse l’uscio a chiave.