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— Troppo tardi ci pensi. Annetta deve sapere più di quanto tu credi. Ormai, l’esempio delle tue sofferenze e delle tue umiliazioni, sarebbe il migliore ammonimento per lei; ammesso che simili ammonimenti servano a qualche cosa. Comunque sia, non vorrai pretendere che io continui a vivere con te! Abborro le spiegazioni drammatiche, ma una volta che mi sono imposte dai fatti, voglio che siano decisive, appunto per non ripeterle.
Cleofe non trovò subito una replica a queste parole. Era schiacciata: intuiva l’inevitabile. Annetta saprebbe: tutti saprebbero. Lo scandalo manderebbe in fumo il matrimonio...
— O povera Annetta!... povera figlia mia!
Il pensiero della figlia le ispirò un ultimo tentativo.
— Sii indulgente, Leo, lasciami dire ancora una parola.
— Parla.
— È per l’onore che tu mi vuoi scacciare? Non pensi che lo scandalo...
— Lo so. Non è soltanto per l’onore, è anche...
— Perchè ti sono odiosa!.. — Capisco. Ma non potresti aspettare che Annetta si mariti?
— E poi?
— Faremo di tutto per ottenere un trasferimento a Paolo, e io andrò con loro... e nessuno saprà...
— E tu trionferai. E Andrea? — domandò il marito ironicamente — Per non fare scandali bisognerà che continui le sue visite; va bene?