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— Maledetto! — mormorò Emma involontariamente presa da superstiziosa paura — Maledetto!
Là, i suoi l’avevano lasciata bambina. Là aveva incontrato Paolo la prima volta; là era avvenuto il tradimento; là ritornava a morire di angoscia.
— Oh, signorina! — esclamò la moglie del portiere venendole incontro. — È tanto che non la vedo. È stata malata?
— No, Teresa; grazie, sto bene.
— È pallida come un panno lavato: pare una madonnina di cera.
Emma ebbe un triste sorriso. Altro che pallida, doveva essere livida, da come si sentiva.
— Mi sono un pochino strapazzata durante la malattia di Annetta, ma ora mi rimetterò. Anzi ho bisogno di dire una parola al signor Brussieri da parte appunto di Annetta...
— Si sono ancora bisticciati, eh?. Che matrimonio! In giornata si vedono di quelle cose...
— Ci lascierai un momento soli — disse Emma interrompendo quei commenti.
— Va bene, va bene. Si figuri! Arriva proprio adesso. Io vado a raccogliere un poco di verdura.
Prese un canestro e uscì nell’orto.
Emma restò sola sotto il portico.
— Cosa gli dirò? — si chiedeva nel suo sgomento.
Le tremavano i ginocchi e il suo povero cuore batteva da spezzarsi.