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te... Non andare in collera!... Lasciami parlare come se fossi tua sorella... Sei tanto giovine!... e adorata! E io sono così contenta di aver capito, di non vagare nelle nuvole come una sognatrice.... E da te che ho imparato, cara! to’ un bacio, to’, tanti, tanti...
Sbalordita e non sapendo bene qual contegno tenere, la bella Cleofe si lasciava baciare inebbriandosi di quella tenerezza così espansiva e piccante.
— Infine,... cosa hai capito veramente..... — domandò non senza peritanza.
— Ho capito che ero una sciocchina. Che per essere sempre belle e adorate, bisogna trattare l’uomo come un nemico: dominarlo o... ingannarlo.
— Annetta! Io non ti ho mai detto questo!
— No. Ma ho visto.
— Cosa hai visto?
— O Dio! nulla di male. Ho visto come ti fai adorare, anche da Andrea, per esempio...
— Questo è troppo!... Annetta!...
Vi erano delle lagrime nella voce della signora Mandelli. Annetta capì di avere passato il segno.
— O mamma mia! — esclamò. — Non credevo di offenderti. Io penso che tu non fai alcun male. Farti adorare è il tuo diritto..... È il diritto di tutte le donne belle.
La signora Cleofe stese la sua piccola mano, e accarezzò i biondi capelli della figlia.
— Sei una bambina — disse — e parli senza sa-