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distinzione terza. - cap. ii. 47

femmina iscapigliata e ignuda; e dietro le venìa uno cavaliere in su uno cavallo nero correndo, con uno coltello ignudo in mano; e della bocca e degli occhi e del naso del cavaliere e del cavallo uscia fiamma di fuoco ardente. Giugnendo la femmina alla fossa, ch’ardea, non passò più oltre, e nella fossa non ardiva di gittarsi; ma correndo intorno alla fossa, fu sopraggiunta dal cavaliere, che dietro le correa; la quale traendo guai, presa per li svolazzanti1 capelli, crudelmente la ferì per lo mezzo del petto col coltello che tenea in mano. E cadendo in terra, con molto ispargimento di sangue, sì la riprese per li insanguinati capelli, e gittòlla nella fossa de’ carboni ardenti; dove lasciandola stare per alcuno spazio di tempo, tutta focosa e arsa la ritolse; e ponéndolasi davanti in su ’l collo del cavallo, correndo se n’andò per la via dond’era venuto. La seconda e la terza notte dive il carbonaio la simile visione. Donde, essendo egli dimestico del conte di Niversa, tra per l’arte sua de’ carboni, e per la bontà la quale il conte, ch’era uomo d’anima, gradiva, venne al conte, e dissegli la visione che tre notti avea veduta. Venne il conte col carbonaio al luogo della fossa; e vegghiando insieme nella capannetta, nell’ora usata venne la femmina stridendo, e ’l cavaliere dietro, e feciono tutto ciò che ’l carbonaio avea veduto. Il conte, avvegna che per lo orribile fatto ch’avea veduto, fosse molto spaventato, prese ardire. E partendosi il cavaliere ispietato colla donna arsa attraversata in su ’l nero cavallo, gridò iscongiurandolo che dovesse ristare, e sporre la mostrata visione. Volse il cavaliere il cavallo, e fortemente piangendo, si rispose e disse: Da poi, conte, che tu vuoi sapere i nostri2 martirii, i quali Iddio t’ha voluto mostrare, sappi ch’io fu’ Giuffredi tuo cavaliere, e in tua corte nodrito. Questa femmina, contro a cui io sono tanto crudele e fiero, è dama Beatrice, moglie che fu del tuo caro cavaliere Berlin-

  1. Il Manoscritto: per li suoi.
  2. Il medesimo: i miei.