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prolago. 5

et qui tenuerit eam, beatus: Ella, cioé la penitenzia, è legno di vita a chi la prende; e chi la terrà, sarà beato. Tale virtù ha questa tavola della penitenzia da quello medesimo da cui1 la navicella della innocenzia, cioè da Iesu Cristo e dalla sua passione. Onde forse fu significata per quella tavola la qual fu soprapposta al legno2 della croce, dove era iscritto - Iesù Nazzareno Re de’ Iudei - in tre lingue, ebraica, greca e latina; a dare ad intendere che nella tavola soprapposta alla croce, cioè nella penitenzia, che sopravviene alla innocenzia ed è congiunta con la croce, cioè con la virtù e colla efficacia della passione di Cristo, si contiene salute e salvamento, che dimostra e adopera Iesù Nazzareno. E questo non pure in una gente né in una lingua, ma in tutte le genti e in tutte le lingue, secondo che Iesu Cristo dopo la sua passione e la sua resurressione disse agli Apostoli: Eutes, docete omnes gentes, baptizantes eos in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti: Andate, e ammaestrate tutte le genti, e battezzategli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. E santo Luca iscrive nel suo Vangelo, che Iesu Cristo apparendo a’ suoi discepoli dopo la resuressione, disse loro, fra l’altre cose, ch’egli era bisogno di predicare nel nome suo la penitenzia e la remissione de’ peccati in tutte le genti. Questa seconda tavola della penitenzia, dove è lo scampo e la salute della maggiore parte della umana gente, accortamente prese Maria Maddalena dopo la rotta innocenza. Presela san Piero, presela san Pagolo, e generalmente tutti coloro che si salvano, giustificati del peccato per la grazia del Redentore. Del quale novero ci dobbiamo ingegnare d’essere noi peccatori, acciò che non periamo, non essendo nella intera e salda navicella della innocenzia, ma caduti nel mezzo del profondo pelago del dubitoso e angoscioso mare del mondo, e nabissati nel peccato mortale. E acciò che interamente, e

  1. É qui sottinteso, e taciuto ancora per l'eufonia: l'ha.
  2. Ediz. 95: al sommo.

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