Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/13


al discreto lettore. v

lazionarlo colla presente traslazione, avendo, con tale scôrta, potuto correggere alcuni passi che dalle intenzioni e dal detto dell’Adamanzio troppo mi parvero dilungarsi. Così rispetto a Tito Livio; avvertendo che i più lievi errori, e quelli che possono facilmente credersi dello stesso traduttore, o i veramente insanabili, lasciai passare inosservati, o solo additandoli per qualche mia proposta o congettura.

Non ricopiandosi l’edizione fiorentina del 1725, non si stimò del caso il riprodurre la Prefazione che per essa avea dettato l’accademico Rosso Antonio Martini.1 Invece della quale, per ciò che spetta alle notizie intorno alla vita dell’autore, parve da seguir l’esempio per altri già datoci2 ristampando l’elogio che di lui leggesi tra gli Elogi degli illustri Toscani,3 composto da un religioso del suo stesso Ordine circa vent’anni dopo la fatica durata dagli Accademici; e tuttavia rinfrescandolo, dove ci parve occorrere, di qualche

  1. Alcuni attribuiscono questa prefazione a Giovanni Botlari, ed altri (come nell’avvertimento premesso alla sua ristampa dal Silvestri) ad Anton Maria Biscioni, che a quell’impresa non ebbe alcuna parte; com’è chiarissimo per questo brano di lettera scritta dallo stesso Bottari ad Apostolo Zeno, dei 19 marzo 1746: «Dello Specchio di vera penitenza di Fr. Iacopo Passavanti ristampato nel 1725 non occorre parlarne, perchè è pubblicato a nome dell’Accademia della Crusca. Non mi ricordo nè meno chi distendesse la prefazione, ma credo per certo che fosse Rosso Martini, nostro gentiluomo. Del resto, questo lavoro si fece in tre; e questi furono il suddetto Martini, il marchese Andrea Alamanni ed io.» Atti dell’Accademia della Crusca, Tom. 1, pag. CVII.
  2. Cioè dagli editori dei Classici Italiani nel 1808. Vedi il seguente Elenco ec.
  3. Tomo II, numero IV. L’elogio del Passavanti scrino da Giuseppe Gentili non è certo raccomandabile per eleganza nè per cultura di dettalo; e ognuno dovrà comprendere che ci. siamo solamente indotti a riprodurlo «per ciò che spetta alle notizie intorno alla vita dell’Autore.»