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   26 libro primo

guerra, dopo la defezione de’ Messeni, anche essi si ritirarono in Reggio. E così pur fece Dionisio, che era già su’ confini del territorio messeno, dove aspettava i nemici. (Olimp. 95, 2. av. Cr. 399.) In seguilo di che furono sopiti i mali umori, e tra Reggio e Messena da una parte con Dionisio dall’altra si venne ad una riconciliazione, alla quale il tiranno, travagliato in quel tempo dalle armi de’ Cartaginesi, non fe stima negarsi.

III. Le incursioni de’ Cartaginesi erano incessanti e molestissime; e Dionisio vedendosi in questo frangente, non solo cercava cattivarsi il favore delle altre città di Sicilia, ma aveva altresì praticato che le repubbliche della Magna Grecia lo ajutassero a spazzar lo straniero. E siccome vide che i Reggini ed i Messeni avevano un ragguardevole ed agguerrito esercito, temendo non costoro se la intendessero co’ Cartaginesi contro di lui, cercò di stringersi con durevoli legami alla loro amicizia. A quale effetto a que’ di Messena liberalmente cedette un vasto tratto di terreno verso il confine, perchè per gratitudine non gli fossero avversi. E mandò dicendo a’ Reggini ch'egli (uccisagli nella guerra civile la prima moglie, figliuola che fu di Ermocrate) per dimostrar loro la sua benevolenza, desiderava menar a moglie una loro nobile e virtuosa donzella. Di che in retribuzione prometteva di adoperarsi a tutt’uomo al massimo incremento della loro repubblica. E qui cade in acconcio di dire che Dionisio prima di chiedere una moglie reggina, aveva domandato privatamente al locrese Aristide, amico di Platone, una delle sue figliuole, ma Aristide gli aveva risposto: Io amerei meglio veder morta questa fanciulla che darla sposa a un tiranno. I Reggini però convocatisi in general consiglio, dopo lunghe consulte sulla richiesta di Dionisio, presero di ricusarsi a questo parentado come pericoloso alla loro indipendenza, e risposero al tiranno non avere per lui altra vergine, che la figliuola del littore. Dionisio allora, lasciando al tempo opportuno la vendetta dell’onta fattagli col superbo rifiuto, mandò egual proposta a’ Locresi. E costoro, (ricordevoli della vecchia guerra lor mossa da Anassila, e della nuova colleganza già contratta a’ loro danni tra i Reggini e gli Ateniesi) lietamente si porsero a’ desiderii di lui, e gli proffersero per moglie Doride, figliuola di Senèto, chiarissimo sopra ogni altro cittadino di Locri.

Venuto il dì delle nozze, Dionisio spedì a Locri una delle quinqueremi ultimamente costrutte, tutta messa a bellissimi ornamenti di argento e d'oro, sulla quale adagiatasi la fortunata cittadina di Locri fu recata in Siracusa nello splendido palagio, addobbato a uso di re. (Olimp. 95, 3. av. Cr. 398.) Non mi par da tacere però