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capo terzo 19   

toriosi gli Ateniesi ed i Reggini si condussero a Reggio, ove già erano a veduta Sofocle ed Eurimedonte colla nuova armata ateniese. Come ciò seppero i Locresi che da terra assediavano la città, e ne guastavano la contrada, si tolsero precipitosi dall’assedio, e ripassarono il confine.

IV. Ne’ seguenti giorni la flotta nemica, lasciando nel porto di Messena quelle navi che bisognavano a custodia della città, volse le prore al Peloro, ove era agli alloggiamenti l’esercito terrestre. Sopraggiuntevi le navi ateniesi e reggine, si diedero a tribolare il nemico nella sua stazione; ma questo in cambio ne ghermì una delle loro, la cui ciurma non potè altrimenti salvarsi che gittandosi a nuoto. Ciò veduto i Siracusani rimontarono su’ loro legni, e marina marina rifacevano la via di Messena. Gli Ateniesi in questo non rifinivano di bezzicarli per fianco, ed alla sfuggita, ma i Siracusani, non sopportando più innanzi la molestia, presero il mare, e sfidarono gli avversarii alla pugna. Nella quale gli Ateniesi perdettero un altro legno, ed i Siracusani senza averne alcuno scapito, rientrarono nel porto di Messena. Allora Lachete voltò le prore ateniesi e reggine contro Mila, paese che rispondeva a’ Messenii, ed era da loro presidiato. A’ nemici, che vi erano sbarcati, il presidio messenio tese un aguato, ma coloro se ne addiedero, e corsi sopra quello, ne uccisero più di mille, nè meno di seicento ne fecero prigionieri, ed obbligarono i difensori a cedere a patti la rocca. Da ivi parte dell’armata fu diretta ad infestare il litorale locrese, ed a tenere assediata Peripoli. Ai Locresi furono predate cinque navi; Peripoli fu espugnata da’ Reggini.

All’incontro i Siracusani ed i Locresi si spingevano una co’ Messeni a stringere per terra e per mare Nasso, che durava nella parte contraria, quantunque avessero in poter loro la rocca. Ed in quello stante parecchie navi reggine conducevansi a tenere in rispetto Camarina, dove una parte di cittadini brigava di dar la città a’ Siracusani. Nè Nasso avrebbe potuto così facilmente stare alla dura contro i nemici, se non fossero discesi da’ monti i Siculi in suo ajuto; di che i Nassii preso animo, fecero una vigorosa sortita, e scagliatisi a furia sopra i Messeni, ne ammazzarono oltre un migliajo: ed i rimanenti, mentre scompigliati si tiravano in fuga, furono cincischiati e sterminati da’ Siculi. Le quali triste nuove pervenute a Messena, molte altre bande di armati accorsero dalla città a difensione de’ loro. La costernazione in Messena era massima; di che sapendo giovarsi i nemici si accinsero a campeggiar la città con tutto lo sforzo. I Leontini, gli Ateniesi e loro alleati sicilioti battevano