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   12 libro primo

era già fuggitivo; e non trovando alcuno efficace sostegno presso i Sicilioti, prese il partito di recarsi in Cartagine, ed implorare qualche sovvenzione da quella repubblica. Anassila mandò pure ai Cartaginesi suoi commissarii a pro di Terillo, (Olimp. 75, 1. av. Cr. 480.) promettendo di allearsi con loro per rivendicare al suocero il perduto stato. Ed in argomento della lealtà della sua profferta diede in ostaggio a’ Cartaginesi due suoi figliuoli. Cartagine già da tempo antichissimo teneva un piede in Sicilia nell’importante città di Lilibeo, ove avevano dedotto una colonia i Fenicii, da’ quali traevano origine i Cartaginesi. Quindi assai volentieri quella repubblica colse una sì favorevole occasione d’ingerirsi nelle cose dell’isola; e promise all’esule Terillo i chiesti sussidii, dichiarando guerra a Terone. Al che tanto maggiormente si deliberarono i Cartaginesi, in quanto che n’erano incoraggiti da Serse.

Questo re di Persia, già allestitosi con gagliardo e numeroso esercito a precipitarsi sulla Grecia, aveva indotto i Cartaginesi a fare altrettanto contro la Sicilia e la Magna Grecia. E queste due imprese furono messe ad atto nel medesimo tempo, acciocchè i popoli invasi non avessero alcuna comodità di soccorrersi a vicenda. Ed infatti a’ Greci, che contro Serse domandavano ajuti a Gelone, questi si scusò che, preoccupato com’era a difendere lo stato suo dalla invasione cartaginese, non ne poteva far nulla.

In Amilcare figliuolo di Annone fu commessa la condotta della spedizione cartaginese in Sicilia. Alle genti cartaginesi Anassila congiunse le sue, composte di Messenii e di Reggini. Ma Gelone, tiranno di Siracusa, collegato con Terone che gli era suocero, affrontò impavido i nemici ad Imera, (0limp. 75, 1. av. Cr. 480.) e sì gli urtò che diede loro una memoranda sconfitta. Ed è singolare che in quella stessa giornata che in Sicilia nella battaglia d’Imera i Cartaginesi erano sdruciti e rotti da Gelone, in quella stessa Leonida combattesse alle Termopili la meravigliosa battaglia contro i Persiani. E quando poi Gelone divisava, dopo la vittoria d’Imera, di condurre ajuti a’ Greci contro Serse, gli giunse la grata novella che il re persiano, disfatto a Salamina dalle collegate armi greche capitanate da Temistocle, era già uscito di Grecia e di Europa. Ma diverso fu il guiderdone che consegui a’ due illustri guerrieri da’ loro magnanimi fatti: a Gelone in Sicilia la corona di re; a Temistocle in Grecia l’ostracismo.

Come sia rimasto mortificato Anassila da tale infortunio, niun ne domandi. Gli stessi tiranni di Sicilia odiavano ormai un uomo che non aveva avuto ritegno di chiamar lo straniero all’oppressione del-