Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/28


capo primo 3   

sua sorella Diana, che vi aveva un antico e celebrato tempio. Nè dubitassero della lor sorte; anzi restassero contenti di aver potuto causare l’abisso, in che di corto sentirebbero sprofondata Messene. Ubbidirono gli esuli Messenii a’ consigli dell’oracolo, e quando furono a Reggio, trovarono che da poco vi erano già arrivati i Calcidesi. Non pare però che queste due genti sieno durate lunga pezza unite nella nuova dimora; e se ci è ignota la causa che le divise, la storia ci fa inferire che in Reggio la razza messenica sia prevaluta alla calcidica, mentre per contra sia rimaso intero a’ Calcidesi il dominio di Zancle.

III. Quando espugnata Itòme da’ Lacedemoni, e morto miseramente il re Aristodemo, (Olimp. 14, 2. av. Cr. 723.) i Messenii furono astretti alla fuga, parte di loro ricoveraronsi in Naupatto, asilo loro accordato dagli Ateniesi; e parte condotti da Alcidàmida si diressero a Reggio, ove già una loro colonia prosperamente si aggrandiva. Aumentati così di numero e di potenza, non riuscì loro difficil cosa il rendersi superiori agl’indigeni; de’ quali parte si confuse quietamente nella moltitudine della gente nuova, parte si ritrasse ricalcitrante nelle terre interne e montane, per conservare intatta la propria indipendenza e nazionalità. Reggio fu riordinata da’ Messenii nella forma di repubblica, che le era venuta dagli Aurunci; salvo alcune mutazioni per conformarne lo stato a’ costumi della nuova colonia. Fu posto un Supremo Magistrato, rappresentato da un Egèmone (che val Duce), da eleggersi sempre fra la gente messenica nella famiglia degli Anassili. Poichè è pur noto che nelle prime costituzioni delle città italiche occupava sempre il primo Magistrato della repubblica una famiglia che soprastesse alle altre, e discendesse da’ primi conquistatori. E gli altri maggiori uffizii pubblici erano anche tenuti da alcune famiglie principali, in cui sole stava il diritto dell’eligibilità; mentre altri ordini di cittadini avevano il diritto di eleggere, non quello di essere eletti.

Un Consiglio di mille cittadini, tratti per censo, aveva la potestà legislativa della repubblica reggina, e vegliava il governo. Così di giorno in giorno le greche colonie più che radicavansi sul suolo italico e siculo, più si andavano allargando in superficie. I Messenii si erano messo nell’animo di trapiantar nell’Esperia quella patria che la sventura, e la prepotenza lacedemone aveva loro distrutta. Oscura è interamente la storia di Reggio dalla venuta di Alcidamida sino al primo Anàssila; nè ci è possibile indovinare in qual tempo i Messenii si abbiano preso lo stato a scapito de’ Calcidesi; i quali però più non appajono nella storia reggina dopo Antinesto.