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LIBRO PRIMO
CAPO PRIMO
(Dall’Olimp. IX, 2 alla LXVIII, 3.)
I. È fama che l’ateniese Teocle, circa quattrocento anni dopo l’eccidio di Troja, (Olimp. 5, 3. av. Cr. 758.) navigando alla ventura fosse capitato sulle rive orientali della Sicilia. Della cui aprica e deliziosa positura sì fattamente s’innamorò, che tornato in suo paese si era industriato di spingere gli Ateniesi a dedurre qualche loro colonia in quell’isola. Ma non gli fu dato orecchio; ed egli si trasferì nell’Eubea, ove trovò i Calcidesi assai disposti a seguirlo. Erano allora costoro affaticati da una straordinaria e micidiale sterilità, e perciò decimatisi volontariamente trassero in Delfo a votarsi ad Apollo. Ed interrogato l’oracolo intorno alla loro futura sorte, n’ebbero che cercassero altra lontana terra, ove troverebbero riposo. Per tal ragione la proposta di Teocle giunse loro accettissima ed opportuna.
E messisi in mare, dopo un felice cammino pervennero alla desiderata isola di Sicilia, e presero terra in Nasso. Donde poi allargatisi in Càtana ed in Leontini, vennero dopo molti anni (Olimp. 9, 2. av. Cr.743.) a collocarsi nelle due belle città dello stretto Zancle e Reggio, città opiche abitate da’ Siculi e dagli Àusoni. Di que’ Calcidesi che ristettero in Zancle era condottiero Perière: guidava Antinesto quelli che dimorarono in Reggio. A somiglianza del-
Spanò Bolani — I. | 1 |