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capo primo 205   

menti. In Napoli, contro la volontà di lei, fu creato un Consiglio provvisionale di otto cittadini che reggessero la città; ed in ogni provincia del Reame fu stabilito in simil modo un Consiglio di sei cittadini che amministrassero ragione, e non da altri dipendessero che dal Consiglio degli Otto di Napoli. Questo magistrato supremo si domandò Consiglio del Buono Stato della Città e del Regno di Napoli. Ed il gran Contestabile Tommaso Sanseverino, in nome di Lodovico II d’Angiò, vi diede la sua adesione nel Parlamento convocato in Ascoli.

In Reggio, dove moriva in quel tratto il Capitanio e Castellano Cirillo Ajossa (1387), fu formato il Consiglio de’ Sei del Buono Stato a cui vennero eletti i cittadini Venuto Moleti, Giovanni Blasco, Mario Suppa, Domenico Ciriaco, Giovanni Arrigo Malgeri, ed Antonio de Musolino. Ma i Reggini contuttociò non avevano trascurato di far nota a Margherita la formazione del Consiglio de’ sei cittadini. Ed in prova della lor fedeltà verso di lei e di Ladislao, domandavano la conferma de’ loro privilegi, e nuovi ne chiedevano. Ladislao e Margherita, approvando lo spediente preso da’ cittadini, concessero loro:

1.° Che in avvenire nell’università di Reggio non potessero più riunirsi in una stessa persona gli uffizii di Castellano e di Capitanio, e che a tali uffizii non potessero esser chiamati nè conti, nè baroni, nè Fiorentini o Lombardi, ma solo regnicoli.

2.° Che il capitanio ed il castellano avessero la durata di un anno, ed in fine del loro uffizio stessero a sindacato, con pena di once cinquanta di oro ai trasgressori.

3.° Che questi uffiziali non dovessero prendere a stipendio, per servigi loro o della regia Corte, persone che fossero cittadini di Reggio.

4.° Che gli uffiziali successivi fossero i sindacatori de’ passati, coll’aggiunta sempre di un sindacatore eletto dall’università.

5.° Che la tassa delle imposizioni per il prossimo anno fosse applicata alla riparazione e ricostruzione delle mura della città, a cura di cittadini eletti dall’università medesima.

6.° Che i Sei cittadini, che per la morte dell’Ajossa furono eletti a governar la città, durassero in tale uffizio per un anno.

Si lamentavano oltre a questo i Reggini (1387) che i Castellani delle Motte circonvicine facessero loro molte oppressioni, devastandone i poderi, e togliendosi i frutti delle terre che i cittadini possedevano nel territorio delle Motte, ove essi castellani avevano giurisdizione; e ciò con massimo danno e detrimento delle private pro-