Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/228


capo primo 203   

Lodovico e Giovanna. Circa questo tempo medesimo i Sindaci divennero il primo magistrato ordinario e periodico dell’università di Reggio, ed i Giurati, che poi furon detti Mastrigiurati, ebbero il carico di vegliare all’esecuzione immediata ed esatta degli ordini sindacali.

Dopo, nel 1383 Carlo dispose a favore de’ Reggini:

1.° Che i Giudici ed i Notai degli atti nell’esame de’ testimoni non potessero ricevere altro che due grani per ogni testimone.

2.° Che ogni pubblico uffiziale fosse sindacato dal suo successore, e da una persona a ciò delegata dall’università.

3.° Che niun Reggino potesse tenere in città alcun regio uffizio.

4.° Che fosse permesso a’ Sindaci e Capitanii di Reggio, per il buon esercizio del loro uffizio, mantenere un serviente a loro scelta.

5.° Che nessuno uffiziale o Capitanio di essa città potesse procedere contro persona alcuna ex officio Curiae, se non dopo essersi presentato un denunziatore, che si obbligasse a provar la cosa denunziata, e desse idonei fidejussori a portar la pena del taglione, ed a rifar i danni al denunziato, nel caso che il denunziatore non ne avesse sostenuta la prova, anche nelle circostanze dalla legge previste.

6.° Che fosse restituito a’ Reggini il sale sequestrato loro dal dottor Aniello Arcamoni di Napoli, regio commissario delle nuove gabelle in provincia di Calabria.

7.° Finalmente che i Reggini fossero tutelati e difesi contro le violenze minacciate o fatte a’ lor poderi dagli abitanti di San Nuceto.

Lodovico d’Angiò intanto per mezzo de’ suoi aderenti faceva cose di fuoco perchè le provincie si sollevassero contro Carlo III; e perciò varie gravi turbolenze erano avvenute in Calabria. Ed in Reggio ancora una parte di cittadini volle levarsi a rumore; ma il tumulto non fece presa, perchè la maggioranza de’ Reggini stette ferma nella fede del Durazzo. La sedizione de’ partigiani dell’Angiò fu compressa, e la quiete tornò prontamente alla città. Morì finalmente Lodovico in Bisceglia, e re Carlo assicuratasi la corona ricostruì l’ordine pubblico in tutte le sue moltiplici attenenze. Visitò in persona le provincie per provvedere con antiveduta ragione ad ogni lor bisogno, e per rifermarle nella sua potestà. E si porse poi così clemente a quei Reggini che gli si eran fatti ribelli, che nell’ottobre del 1385 da Cotrone ove dimorava, promulgò di sua propria mano un indulto a tutti i colpevoli, e perdonando loro gli eccessi ed i reati commessi, li restituì agli onori, dignità, stato, fama, e beni che prima godevano. Per compensar poi la città de’ danni da lei patiti nella guerra