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capo quarto 199   

gavansi di contanti a’ Reggini que’ mali che avevano arrecati ad altrui.

Subitochè alla regina andò la nuova di questo azzuffamento, diede al Capitanio di Reggio i poteri necessarii, perchè l’Università fosse mantenuta nel dominio della terra e chiesa di Sant’Antonio, ed esortò severamente il Conte di Mileto a rimanersi per l’avvenire di turbarne a’ Reggini il possesso (1365).

In un’altra contrada del distretto di Reggio, detta di Sasperato, soleva ogni anno celebrarsi una Fiera nel mese di luglio sullo spianato della chiesa. I Reggini avevano l’antichissimo privilegio che il loro Capitanio e Maestri Giurati dovessero soprintendere a quella Fiera, dalla cui custodia cavavano di buoni emolumenti. A questo, non so per che ragione, si opponevano i Santagatini, e per parecchi anni si erano industriati di turbar l’uso di tal diritto a’ Reggini, sì che spesso quella fiera diveniva mercato di villanie e di busse. Giovanna non tollerò questo scandalo, e sulle rimostranze de’ Reggini riconobbe e riconfermò il loro diritto (1365), ordinando al Capitanio che fossero sempre mai mantenuti integralmente nella soprintendenza della fiera di Sasperato.

III. Dopo l’acquisto di Messina, Lodovico e Giovanna, fra le altre provvidenze per favorirne il commercio, avevano disposto permettersi a’ mercanti esteri d’introdurre in quella città generi e merci di ogni ragione, e di poter poi rimbarcare, senza pagare alcun diritto di dogana, quella quantità di tali mercanzie, della quale non troverebbero spaccio. Questo stesso privilegio chiesero i Reggini’ a Giovanna, e l’ottennero.

Ma già il rumorio di guerra tra questa Regina e Federigo Re di Sicilia tornava a farsi gagliardo; e le due parti si approntavano con operosità a novelle prove. Giovanna sapeva quanto importasse che Reggio, durante la prossima lotta, fosse conservata nel suo dominio, e messa in assetto di rintuzzar vigorosamente i colpi del nemico. Considerando per ciò che dalla città di Reggio dipendeva la salute di tutta la circostante regione di Calabria, e che questa città aveva immediato bisogno di esser raffortificata, ordinò (1369) che la prestazione del general dono dovuto dall’università di Reggio alla Corte in annue once sessanta, fosse per quello e seguente anno destinata alla ricostruzione e rifazione delle mura e torri della città, a cura dei Capitanio Giovanni Bolani, e di tre altri probi ed idonei cittadini da eleggersi e deputarsi dall’Università medesima.

Ma finalmente (1372) entrato intercessore papa Gregorio XI, fu conclusa la pace tra Giovanna e Federigo. Reggio nondimeno era ri-