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capo quarto 197   

il quale tra le altre oppressioni da lui operate a danno de’ Reggini, aveva loro usurpata la rendita della gabella del settino. Dopo la sua morte l’università di Reggio sequestrò i mobili a lui appartenuti, e per mezzo de’ suoi Sindaci impetrò dalla Regina un ordine al Capitanio successore, ed a’ Sindacatori che su tali mobili del defunto la città ed i particolari avessero a rivalersi di tutte le usurpazioni loro fatte.

Giovanna intanto, ad aver eredi, prendeva per terzo marito Giacomo d’Aragona figlio del Re di Majorica (1363). Ma anch’egli morì fra non guari, e la regina tornò a regnar tutta sola. Rimanendo così il governo nelle mani di una donna, si argomentarono parecchi Baroni, cui sembrava grave il regio dominio, di poterla agevolmente opprimere; e si levarono in armi. Fu allora che Ambrogio Visconti, figliuol naturale di Bernabò, Duca di Milano, stimolato da Federigo re di Sicilia, entrò per la via di Abruzzo nel reame con diecimila cavalli, ed occupatevi per forza talune terre, procedette innanzi con incredibil danno e spavento delle popolazioni. Ma la regina, erigendo l’animo all’altezza del pericolo, contenne virilmente quell’audace invasione, opponendovi contro quante milizie potè raunare sotto il comando del reggino Giovanni Malatacca, valoroso capitano, ed a que’ tempi celebratissimo. Costui spezzò e disperse l’esercito nemico (1367), e fece tornare ogni danno in capo dell’audace Lombardo.

In questa lunghissima maledizione di guerra tra gli Aragonesi e gli Angioini, Reggio e Messina, come città di frontiera erano sempre poste a’ bersagli delle percosse alterne, e divenivano il campo delle loro contese. Quando gli Angioini volevano far guerra alla Sicilia, da Reggio si scagliavano alla conquista di Messina, per averla base delle loro operazioni guerresche. Medesimamente quando gli Aragonesi volevano muover guerra in Calabria, si gittavano all’occupazione di Reggio, che dava porta alle loro imprese sul continente. Se in questo stato di cose potessero mai aver termine le sventure di queste due antichissime ed illustri città, faccia stima chi legge. Quindi Messina era sempre sopra le altre città di Sicilia accarezzata e favoreggiata dagli Aragonesi per tenerla forte contro gli Angioini. Reggio per contrario veniva accarezzata e favoreggiata dagli Angioini sopra le altre città di Calabria, perchè non facesse sdrucciolo nelle mani degli Aragonesi. Ma queste carezze costavan gli occhi.

II. Non è quindi meraviglia che Giovanna in que’ tempi (1362) abbia dato a’ Reggini contrassegni della sua real benevolenza. I San-