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   188 libro quarto

rio, o periodico comechessia, ma temporaneo ed eventuale. Laonde spesso avveniva che nel corso di uno stesso anno fossero eletti più Sindici, secondo che si stimavano necessarii all’avviamento e conchiusione di faccende pubbliche di varia natura. E qualche volta ancora il Sindico era scelto fuori del seno della cittadinanza reggina, come tra i cittadini di Messina, o altrove. Ne’ tempi anteriori a re Roberto l’ordinario ed annuo magistrato municipale della città di Reggio risedeva in quattro nobili e probi uomini detti Giurati, perchè giuravano sopra i Santi Evangelii di trattare con rettitudine e fedeltà tutte le cose appartenenti all’Università. Costoro erano eletti annualmente dall’Università medesima; e del loro uffizio abbiamo chiara notizia in una Lettera Patente di Re Roberto; il quale confermando a’ Reggini tal magistrato (1326), concedè che ne facessero l’elezione giusta il consueto.

I primi Sindaci o Procuratori dell’Università di Reggio che siano a nostra memoria, sono Arrigo Alupo e Giovanni Moleti. Quest’ultimo si presentò a Carlo Duca di Calabria, Vicario generale del Regno (1327), a manifestargli che la condizione di essa Università era così fatta, che doveva patir continuo il difetto delle vettovaglie, qualora non se ne promovesse e proteggesse l’introduzione dalle altre parti del Ducato di Calabria. E Carlo, conosciuta la verità di quanto esponeva il Moleti, diede con alacrità, i provvedimenti che all’uopo potevano esser più fruttuosi: ordinando che da allora innanzi potesse ogni anno l’Università di Reggio estrarre da qualunque parte del Ducato di Calabria mille salme di frumento, di tumoli otto per salma, giusta la general misura del Regno. E ciò liberamente, con franchigia di qualunque diritto della regia dogana; qualora tali provviste si recassero in Reggio in barche di portata non maggiore di cento salme.

V. Re Roberto era amantissimo della greca letteratura, ed egli stesso era nobile alunno della filosofia e ben avviato nella fisica. Cercava ogni modo di render familiari a’ suoi sudditi le opere greche; ed a Nicolò da Reggio, medico di molta dottrina e fama, commise di recare in latino le opere di Galeno, di Nicola d’Alessandria, e di altri greci scrittori. E l’imperatore d’Oriente Andronico secondando il lodevole scopo di Roberto, gl’inviò esemplari di molti pregiati e rarissimi libri greci, che giunsero al re graditissimi.

Intanto il Duca di Calabria, unico figliuolo ed erede di Roberto moriva immaturamente (1328), e prevedevasi che alla morte del Re si solleverebbero gravi controversie per la successione del Rea-