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   164 libro quarto

CAPO SECONDO

(Dall’anno 1255 al 1283.)

I. Manfredi invia al Ruffo Gervasio di Martina; poi Corrado di Truichio, e si viene alle armi. I Messinesi mostrano di muovere da Reggio contro il Ruffo. Fatti d’armi in Calabria. II. Quasi tutta la Calabria ubbidisce a Manfredi. I progressi delle armi di Manfredi fanno fastidio a’ Messinesi, che da Reggio e da Calanna aspirano ad altre conquiste in Calabria. I Messinesi assaltano e prendono Seminara; ma nel tornarsi a Reggio sono tagliati e dispersi da’ nemici. III. I Messinesi scoraggiati cedono Calanna, e poi Reggio. Viene in Calabria Federigo Lancia. Stato della Sicilia. La Calabria, da Santa Cristina a Motta Bovalina in fuori, è sotto Manfredi. Anche la Sicilia si va piegando a lui. Dedizione di Santa Cristina e di Motta Bovalina. Manfredi Re di Sicilia. IV. Urbano IV stimola Carlo d’Angiò alla conquista del Regno contro Manfredi. Battaglia di Benevento, e morte di Manfredi. V. Entrata di Carlo d’Angiò in Napoli; e suo governo. Corradino, e sua morte. Governo di Carlo in Sicilia. Vespro Siciliano. Pietro d’Aragona è fatto Re di Sicilia. VI. Carlo in Reggio. Assedio di Messina. VII. Carlo scioglie l’assedio di Messina, e torna a Reggio. Battaglia navale tra Aragonesi ed Angioini. Giacomo d’Aragona assalta Reggio, ma n’è respinto. Gli è tolto l’uffizio di Grande Ammiraglio, e dato a Ruggiero Lauria. Gli Almogaveri. VIII. Carlo da Reggio manda a sfidar Pietro a duello. Questi accetta la sfida, ma poi non si effettua. IX. Carlo schiera il suo esercito tra Reggio e la Catona, e fa suo Luogotenente il figliuolo Carlo, Principe di Taranto. Gli Almogaveri assaltano la Catona, disperdono la gente Angioina, ed uccidono il Conte d’Alansone. Federigo Mosca con altri Aragonesi sbarca a mezzodì di Reggio.


I. Molta parte della nobiltà calabrese, che si era dimostrata ben affetta a Manfredi, temendo la vendetta di Giordano Ruffo, che aveva assai aspreggiato contro i Cosentini, uscì della Calabria (1255). Nè pochi corsero difilati ad Oria, dove Manfredi dimorava, per dargli contezza della scabrosa condizione delle cose. Allora questo principe spedì in Calabria con pieni poteri Gervasio di Martina per abboccarsi col Ruffo, ed accomodar le faccende come si poteva il meglio. Ma giunto in Cosenza gli fu impedito da Giordano il passar più oltre. Perilchè egli se ne ritornò all’Ammendolara, terra di Ruggiero dell’Ammendolara, il quale era stato dal Conte Pietro creato Giustiziere di Calabria. Da costui seppe il Martina come il Conte sfuggisse di aprir pratiche con Manfredi (1255), perchè già trattava di dar la Calabria alla potestà pontificia. Gervasio fece saper questo a Manfredi sollecitamente, cercandogli forze sufficienti a far che stesse a ragione quella provincia che già pericolava. Manfredi, mosso e dalle parole del Martina, e dalle calde istanze di molti nobili cosentini che stavano in corte, vi mandò spacciatamente con una convenevol forza dì fanti e cavalli Corrado di Truichio, affinchè si con-