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capo secondo 83   

che senza posa lo perseguitavano. A malgrado di tutto questo, profittando Spartaco di una notte burrascosa ed oscurissima, riuscì a forzare il passo in un punto, ove la muraglia non era ancor terminata. Di tal maniera che quando Crasso se ne fu accorto appena, Spartaco co’ suoi già si dilungava a gran giornate verso la Lucania. Ma i soldati di lui erano divenuti tanto insubordinati e divisi che quel male, che non potette il nemico, gli fecero i suoi medesimi. E Crasso che ciò seppe, correndogli sopra di colpo, con assai faciltà il mise in rotta collo sterminio di dodici mila combattenti. Contuttociò Spartaco, pugnando sempre da valoroso anche a fronte di Pompeo, che venuto testè dalla Spagna si era aggiunto a Crasso, cadde gloriosamente in mezzo ad una infinità di cadaveri nemici. Da questa sconfitta provenne un estremo abbattimento a’ popoli Italici, a’ quali era ritornata a balenar la speranza, che la guerra di Spartaco potesse offerir loro cagione di liberarsi dall’oppressione romana (An. di R. 683, av. Cr. 71).

X. Dopo que’ tempi Reggio ridivenne floridissima, e potette godere di una pace assai lunga, ed utile alla civil convivenza. Nè questo stato di cose venne mai perturbato sino al principiar della guerra tra Ottaviano e Sesto Pompeo. Reggio allora, non altrimenti che Locri, Vibona, Velia, Taranto, e Napoli, era senza dubbio una delle più ricche, popolose, e culte città dell'Italia greca. Arti greche, scenici artifizii, filosofiche dottrine erano tuttavia in gran favore; ed incliti uomini, fra i quali il poeta Licinio Archia da Antiochia, reputavansi a gloria l’aver ottenuta la cittadinanza reggina.

Tale era la città nostra, quando Cicerone, fuggendo la persecuzione di Clodio, venne a piedi da Pompei a Vibone, e da ivi a Reggio, donde faceva conto di trafugarsi senza dilazione in Sicilia. Ma il Pretore Cajo Virgilio, che pur gli era amico, ricusava di riceverlo; ed il grande oratore ritornando a Vibone, e facendo via verso Brindisi, da quivi dopo tredici giorni si metteva sopra una nave mercantile e moveva per Dirrachio, donde a Tessalonica.