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medesima sostanza, il frutto degli studi che annunzia in quel capitolo stesso.

Perchè il Convivio deve essere da noi guardato col medesimo occhio col quale il passeggere guarda al chiarore d’un baleno l’abisso sul cui orlo aveva il piede. Per il Convivio gli uomini rischiarono di non aver la Comedia! Il Convivio Dante sostituì al Poema Sacro! Il Convivio doveva essere, in altra forma ma con la medesima sostanza di dottrina, quel che fu il sacrato Poema! Anche nel lor fine secondario e personale, l’uno vuol ciò che l’altro. Se il Poema mirava a vincere la crudeltà che serrava il Poeta fuor dell’ovile, il Convivio doveva liberarlo dall’ingiusta pena “d’esilio e di povertà„; doveva rimarginare “la piaga della fortuna„; doveva dare sosta e riposo “al peregrino„ che andava “quasi mendicando„; doveva offrire un porto al “legno senza vele e senza governo, portato... dal vento secco„. Doveva adempiere, in fine, il desiderio dell’esule, cacciato fuori dal “dolcissimo seno„ della bellissima e famosissima figlia di Roma; doveva adempiere il suo desiderio di riposarvi l’animo stanco e terminarvi il tempo che gli era dato.1 E Dante esule e povero e peregrino e vile fatto nel cospetto di molti, nell’imbandir questo Convivio, nel rinunziare alla visione in cui aveva a dire di Beatrice ciò che non fu detto d’alcuno, provvedeva, con una sollecitudine a cui è cosa trista e pia pensare, provvedeva a purgar d’ogni macchia il suo primo ed unico amore. E così poteva affermare di non derogare dalla Vita Nuova, anzi di maggior-

  1. Conv. I 3.