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86 Sonetti del 1837

LA DISPUTA AR CAFFÈ.

     Sere addietro, ar caffè, ddisse un paìno1
Pien de peli ar barbòzzo:2 “Er Re de Francia,„3
Disce, “ha abbuscato una gran brutta mancia4
A rubbasse5 lo sscetro a ssu’ cuggino.„

     “Come?!„, arispose un vecchio cór cudino:6
“Iddio j’ha mmess’in mano la bbilancia
D’Uròpa,7 e llui farà apparà8 la guancia
A cchiunque in ner monno è ggiacubbino.„

     L’antro j’annava9 a rrepricà de core;
Ma er vecchio furbo je serrò la bbocca
Discenno: “Er Re de Francia è un Zarvatore.„10

     Allora er giuvenotto arzò la vosce:
“È vvero,„ disce; “e ppe’ cquesto je tocca
La corona de spine eppoi la crosce.„

11 marzo 1837.

  1. Paìno, è “chiunque vesta con fogge non plebee.„ [V. la nota 5 del sonetto: La Tirnità ecc., 31 marzo 36.]
  2. [Pieno di peli al mento; dunque, liberale. V. la nota 8 del sonetto: Don Micchele ecc. 14 dic. 34.]
  3. [Luigi Filippo, alla vita del quale era stato attentato dal Fieschi il 28 luglio 1835.]
  4. [Ha fatto un gran brutto affare. I bottegai chiamano prima mancia, seconda mancia ecc., la prima e la seconda vendita che fanno nella giornata.]
  5. A rubarsi.
  6. Codino: coda di capelli.
  7. Europa.
  8. Parare.
  9. Gli andava.
  10. Salvatore.