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68 Sonetti del 1830

LA PISSCIATA PERICOLOSA.

     Stavo a ppisscià jjerzéra llì a lo scuro
Tra Mmadama Lugrezzia1 e ttra Ssan Marco,
Quann’ècchete, affiarato2 com’un farco,
Un sguìzzero3 der Papa duro duro.

     De posta4 me fa sbatte5 er c.... ar muro,
Poi vò llevamme er fóngo:6 io mé l’incarco,7
E cco’ la patta8 in mano pijjo l’Arco
De li tre Rre, strillanno: “Viènghi puro.„9

     Me sentivo quer fròscio10 dì a le tacche11
Cór fiatone: Tartàifel,12 sor paine,13
Pss, nun currete tante, chè sso’ stracche.

     Poi co’ mill’antre parole turchine14
Ciaggiontàva:15 Viè cquà, ffijje te vacche,
Ché ppeveremo un pon picchier te vine.16

Roma, 13 settembre 1830.

  1. Busto mutilato di antica statua colossale, eretto contro un muro presso la chiesa di San Marco. [V. le note 8 e 10 del sonetto: Una casata, 17 dic. 32.]
  2. Avventato. [Da fiara, fiamma; come avventato da vento.]
  3. Uno svizzero. Leone XII aveva destinato uno svizzero della sua guardia per ognuna di varie chiese, onde armato di alabarda presiedesse nell’interno al rispetto del culto e al discacciamento de’ cani, e fuori impedisse le indecenti soddisfazioni de’ bisogni naturali. [Cfr. Wiseman, Op. cit., pag. 165.]
  4. A prima giunta.
  5. Sbattere, per “urtar contro.„
  6. Vuol levarmi [il fungo] il cappello. [In pegno della multa che il contravventore avrebbe dovuto pagare.]
  7. [Me l’incalco: me lo calco.]
  8. [Brachetta, a Firenze; tòppa o toppino in altri luoghi di Toscana.]
  9. Venga pure.
  10. Tedesco. [V. la nota 1 del sonetto: La stiticheria, 29 sett. 31.]
  11. Dirmi alle spalle.
  12. [Corru- zione popolare dell’esclamazione tedesca der Teufel, il diavolo.]
  13. [V. la nota 2 del sonetto: Er guitto ecc., 17 febb. 30.]
  14. Inintelligibili. [Come le parole magiche, che si chiamano appunto turchine.]
  15. [Ci aggiuntava], ci aggiungeva.
  16. [Pagato, s’intende, dal contravventore, invece della multa: forma di accomodamento allora assai comune in simili casi.]