Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/357


Sonetti del 1830 45


La bocca storta
Nun fà, si senti quarche risponsorio:
So’ l’anime der santo purgatorio.

A San Grigorio1
Promette allora de fà dì ’na méssa
80Pell’anima d’un frate e ’na bbadessa.

‘Na callalessa2
È der restante: abbasta de stà attento
A ’gni rimore che te porta er vento.

O fòra, o drento,
85Quello che pòi sentì tièllo da parte,
Eppoi va’ a cerca in der Libbro dell’Arte.3

Viva er Dio Marte:
Crepi l’invidia e er diavolo d’inferno,
E buggiaratte si nun vinchi er terno!

20 agosto 1830


  1. [Una messa da uno scudo sul famoso altare privilegiato di codesta Basilica libera subito un’anima dal purgatorio. Cfr. i sonetti: L’Imbo, 19 nov. 32, e L’entrat’ e usscita, ecc., 14 mar. 46.]
  2. [Una calda-a-lesso: una ballotta; ma qui sta per “un nulla.„]
  3. [Il libro de’ sogni.]




     1 Non tutto ciò che qui si dice è vero, nè la gran parte di vero si annette tutta alla reale superstizione del lotto; ma si è voluto da me raccogliere quasi in un codice il vero insieme e il verisimile in relazione di quel che so e in compenso di quanto non so (ch’è pur molto) intorno alle matte e stravolte idee che ingombrano le fantasie superstiziose della nostra plebaglia. [Questa importante avvertenza non è nell’autografo, ma in un foglietto a parte, che l’autore lasciò insieme con altri dentro una sopraccarta, sulla quale aveva scritto: “Varianti e note per alcuni sonetti già fatti e ricopiati.„ Più tardi però, pensandoci meglio, rifece addirittura il sonetto, intitolandolo: Una bbella divozzione, come può vedersi alla data 7 dic. 32. Si veda altresì quel che ne diciamo nella Prefazione.]      2 [Bista, Giambattista mio.]      3 [La prima lezione di questo verso, non cancellata nell’autografo, diceva cosi: Sputa prima in ner bùscio (buco) d'una botte.]      4 [Questo strano accozzamento di Enoc ed Elia in una sola persona, è realmente comune tra i Romaneschi; i quali, anzi, credono che alla fine del mondo, per combattere l’Anticri-