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Sonetti del 1830 41

di scegliere.      12 [Non posso aver più pazienza.]      13 [Scommettiamo. Dalle formule di scommessa: Va uno scudo che...? Quanto va che...?, e simili.]      14 [Mo mo: or ora.]      15 [Propriamente, questo sciò o sciòo, come il passavia per i cani, si adopera anche in Toscana per iscacciare i polli.]      16 [A impegnarti il gorgozzule.]      17 [Stracei ferracei chi ha scarpacce? È uno de’ gridi de’ cenciaioli girovaghi ebrei. Ma oggi, come l’aéo, si sente più poco. Vivissimo è invece quello di robbivècchi o rabbivècchi (robe-vecchie). — Per i plurali maschili scherpacci e robbi-vecchi, propri del Ghetto, si veda la nota 3 del sonetto: Li du’ testamenti, 9 magg. 35.]


L’ASTRAZZIONE.1

     Tiràmese2 ppiù in là, ché cqui la gujja3
Ciarippàra4 de vede er roffianello5...
Varda,6 varda, Grigorio, mi’ fratello
Che s’è mmesso a intignà7 cco’ la patujja!

     Mosca!8 Er pivetto9 arza la mano, intrujja10
Mo in de le palle... Lesto, eh bberzitello.11
Ecco ecco che llèggheno er cartello:
Ch’edè?12 Ccinquantasei! senti che bbujja!13

     Je la potessi fà, sangue de ddina!14
Sor c...., vorticàmo15 er bussolotto.
Ch’edè? Ttrenta! Cell’ho ddrento a l’ottina.16

     Diesci! ggnente: Sei! ggnente: Discidotto!
Ggnente. Pe’ ddio! nemmanco stammatina?
Accidentacci a chi ha inventato er lotto.

Roma, 20 agosto 1830.

  1. [“L’estrazione,„ che allora si faceva sulla loggia del Palazzo di Monte Citorio.]
  2. Tiriamoci.
  3. Obelisco di Monte Citorio.
  4. Ci ripara.
  5. Orfanello: dell’Ospizio degli Orfani.
  6. Guarda.
  7. Ostinarsi in alterco.
  8. [Silenzio! E volgarmente si dice anche a Firenze.]
  9. Fanciullo. [Detto però sempre con un po’ di canzonatura.]
  10. Rimescola.
  11. [Bel-zitello: bellimbusto.]
  12. Che è.
  13. Buglia: bisbiglio.
  14. [Eufemismo, per non nominare il nome di Dio peggio che invano.]
  15. [Voltichiamo]: rivolgiamo.
  16. [Giocata di otto numeri, come cinquina di cinque, ecc.]