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come è, cerca di giustificarsi ancor più, ripassa i giorni suoi nell’amarezza della più umile contrizione, ricorre con fervore al fonte di grazia, si purifica col sangue dell’Agnello che toglie i peccati del mondo, e si conforta colla sacra Unzione e colle preci della Chiesa. E chi può ridire quai furono in quegli estremi momenti i suoi sentimenti di rassegnazione, di pazienza, di fervore, di fede, di speranza e di amore? Signore, va dicendo, tu vedi l’umile mio cuore, e quanto sia grande il mio patire: deh perdona ogni fallo al tuo servo: Vide humilitatem meam, et laborem meum, et dimitte universa delicta mea (Ps. 24 18). Accrescimi, buon Dio, i dolori e le umiliazioni, ma perdonami per sempre. Vide humilitatem, et laborem, et dimitte. Ma già l’affanno l’opprime, un freddo sudore nunzio di morte gli bagna la fronte. Raccoglie allora l’estreme sue forze, raccomanda a Dio la Chiesa, invoca la misericordia del Crocifisso, e fra le la-