Pagina:Sino al confine.djvu/111


— 105 —

ledro che si doma.... Forse da bambino mi hanno chiesto: «Vuoi diventar prete?» Io forse ho risposto: «Si». E mi hanno preso.... Solo un altro «sì» poteva e può ancora disfare la brutta malìa. Il tuo. Dimmi sì, Gavina! Ma non quello che hai detto poco fa....

— Ma quale altro?

— Lo sai, lo sai.... Sì: che mi vuoi bene....

Ella pronunziò allora le parole che da tante ore risuonavano monotone entro la sua mente.

— Non ti amo. Non amo nessuno....

— Non è vero! Non è vero! Ti hanno insegnato a dir così, ma non è vero. Tu mi ami, altrimenti non mi avresti aperto la porta, stanotte. Io so tutto: non credermi uno stupido! Ti conosco, io! Tu hai paura.... tu vuoi salvare l’anima mia! Non hai altro pensiero.... È ridicolo! La mia anima è già perduta...

— E allora?

— Allora? M’hai perduto.... Tu, m’hai perduto! Lo sai anche questo? Però.... dimmi ancora tre volte che non pensi più a me, e poi ti dirò una cosa anch’io....

Le si avvicinò, ma subito si ritrasse; pareva avesse paura di toccarla.

— Ripeti, dunque.

— Ma c’è bisogno di ripeterlo? No, non penso più a te; non penso a nessuno, non sarò mai di nessuno! Ti basta?

— Ora ti dico una cosa, Gavina! Tu mentisci anche con te stessa. Sei un’illusa! Iltem-