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uno sguardo al mondo 37


morte voi potete perdere un’anima immortale, con la vita può venire il pentimento». E finché ella visse tutti i condannati a morte furono aggraziati: dopo la sua morte cominciò il sangue, e fu molto. Quando il re nel 1848 scelse a suo nuovo confessore monsignore Antonio de Simone, questi gli disse: «Con l’aiuto di Dio, voi, o Sire, vincerete questa rivoluzione: ma ricordatevi le parole della santa regina che prega per voi in paradiso: punite sí, sangue no». E il re con le mani giunte sul petto chinando il capo rispose: «Sangue no, lo prometto». E mantenne la parola: e prova ne sono con altri io stesso che vivo e scrivo. Questo dialogo me lo raccontava nel 1849 don Giovanni Palumbo allora parroco di Capodimonte, il quale lo aveva udito da monsignore che lo raccontava. Maria Cristina soccorritrice dei poveri, cortese ed amorevole con tutti, sollevò un poco l’animo plebeo del re, lo corresse di alcuni bassi vizi, e fu cagione che la reggia, stata sempre un bordello e allora una caserma, divenisse costumata. Avvenente della persona era amata dal popolo, rispettata da tutti: fu molto divota e donò a le chiese: i preti la mettevano in cielo, e poi che fu morta sparsero che fece miracoli, e compilarono un processo, che io posseggo, per dichiararla santa e canonizzarla.

Re Ferdinando, mi diceva don Luigi Caterini suo maestro, per ingegno e per costume era il migliore tra i suoi fratelli: eppure egli era ignorante, non leggeva mai libro, scriveva con molti errori di ortografia. Egli, come il padre e come l’avo, non credeva virtú in altri, ne beffava il sapere, rideva dell’ingegno, non pregiava che la furbizia, chiunque sapesse leggere e scrivere era suo nemico ed ei lo chiamava pennaiuolo; si circondò degli uomini piú ignoranti e bestiali, non capí che ogni principato non si sostiene con le sole armi, e che gli uomini d’ingegno e di virtú se non sono con te, sono contro di te, e ti fanno una guerra lunga, e ti rovesciano. Educato da bassi servitori di corte, che i Borboni sogliono tenere come i fedeli amici e consiglieri, egli ne apprese due vizi propri del piú feccioso popolazzo, la bugia e la beffa.