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10 parte prima - capitolo ii


uno piú ardito a nome Pascariello, che la riguarda: ella lo carezza, gli dice qualche parola, e va via. Pascariello corre da una zia monaca, e conta dell’apparizione della signora. «È la Madonna», disse subito la monaca, e si mosse a chiamar le vicine, e gridare miracolo. Le comari accerchiano Pascariello, e lo dimandano: «Di’? come era bella? era vestita di bianco? aveva gli occhi lucenti come il sole? Ah, certamente quella Madonna che sta lì dentro ti ha pariato, e ti ha detto che noi ci siamo dimenticati di accendere la lampada nella cappelluccia». Conducono Pascariello dal parroco, il quale lo interroga, e Pascariello risponde che una bella signora vestita di bianco e con gli occhi come il sole lo ha carezzato, e gli ha detto: «Di’ a zia monaca che si e dimenticata di accendere la lampada». Gli altri fanciulli ripetevano anch’essi di aver veduto da lontano la bella signora vestita di bianco. Tosto si andò alla cappelluccia rovinata, e trovatavi una vecchia immagine della Vergine dipinta sovra un muro, ne la staccano, la inquadrano in legno, la espongono in chiesa all’adorazione di tutti con molte lampade e candele accese. La fama si sparse tosto nei paesi vicini, e la gente vi traeva a calca: poi nei paesi lontani e per tutto il regno, per modo che a migliaia le persone di ogni condizione ci venivano, e furono fatte molte baracche per alloggiarle. I miracoli eran grandi, frequenti, e innanzi agli occhi di tutti. Si vedeva uno che andava su le grucce prostrarsi innanzi l’immagine, pregare, piangere, strillare, e subito gettar via le grucce, levarsi in piè e camminare. Altri che pareva cieco, come gli ungevano gli occhi con l’olio d’una lampada che ardeva innanzi la Madonna, a un tratto li apriva e vedeva. Altri portato in letto quasi moribondo, levarsi, e a gran voci gridare: «grazia, grazia». Ad ogni miracolo di questi le grida, i pianti andavano alle stelle. Innanzi alla Madonna stavano tre botti, una piccola dove si gettava monete, anelli, orecchini, collane, ogni cosa d’oro: una mezzana dove si poneva l’argento, ed una grande pel rame, sopra una panca era una catasta di candele di cera; presso le botti il parroco ed altri preti cantavano