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318 scritti di renato serra


Tutti vi hanno contribuito un poco; i tentativi e le esperienze lontane degli anni in cui in Italia si cercava di far dell’arte; e l’esempio vicino di tutte le cose che son piaciute e che hanno avuto un po’ di fortuna; niente Oriani per esempio, ma un po’ di Rovetta; e a mano a mano un po’ di tutto; ogni stagione e ogni fortuna letteraria nuova porta un ritocco allo stampo comodo e largo; in cui oramai c’è qualche cosa che ritien della Deledda, e qualche cos’altro lasciato da Beltramelli, e dallo Zuccoli e via via; un contributo importante l’han recato le femmine, da prima le specialiste del racconto sentimentale per signorina e per maestra, e poi, con impronta più risentita, le professioniste ultime della sensibilità femminile, Guglielminetti, Prosperi ecc. Ognuno porta la sua pietra e poi si adatta ad abitare nell’albergo di tutti: chi resta fuori, è perduto; pensiamo quanta ombra copra il lavoro di quei pochi che fanno da sè, secondo il loro tipo personale; o come sia caduto presto dalla moda qualcuno che non ha potuto seguirla per es. Beltramelli che è rimasto al suo primo stile, per quanto si sia sforzato con la guerra.

Con un po’ di tempo da perdere, niente sarebbe più curioso, per esempio, che esaminar lo stato civile dei personaggi che si muovono insieme sopra lo scenario; c’è dei duchi e dei marchesi che vengono dal Bourget e dalla Serao, ma attraverso tanti cambiamenti di moda — perfino attraverso un momento in cui era di buon gusto metterli in ridicolo! — ; c’è degli affaristi che arrivano, per un cammino vizioso, dal palcoscenico; una infinità di professori e di dotti più o meno ridicoli, che son sempre quell’unico Bergeret, rifatto sul serio dalla nostra gioventù di quin-