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iii. nota sulla grafia 831

ranza dei casi con geminata), ma Tomaso, Tomasino, Alesandro, elimosina, Pisa (l’unico es. di Pixa: 618, 32), casi in cui la scempia prevale largamente; ma exercito, exaldire, execuzione (meno nei pochissimi casi in cui la s appare nel testo), ed exemplo (un solo asemplo; 330, 14, su almeno 180 casi).

  1. Abbiamo risolto in i i pochi casi in cui appare la y1.
  2. Accentato in senso moderno, distinguendo i suoni aperti di e ed o da quelli chiusi; accentato le forme imperative monosillabiche , , vi, , stà, per non confonderle con le forme apocopate del fiorentino, meno che nell’espressione fá boto a Dio, usata per caratterizzare la parlata fiorentina), così come le forme tronche del condizionale: sarè’, vorrè’, porterè’, ecc. Abbiamo accentato, sempre per motivi di chiarezza e di uniformità, le forme ossitone del passato remoto con epitesi: dormìo, vendéo. ecc.
  3. Usato l’apostrofo per indicare l’assimilazione della l della proclitica davanti a consonante attigua (i’ re, de’ letto, innè’ luogo)2, anche nei casi in cui la liquida giunse a dissimilarsi in nasale3.
  4. Usato inoltre l’apostrofo nelle elisioni e nei casi di apocope; nei casi di aferesi, abbiamo usato l’apostrofo solo davanti a nasale preconsonantica4, scrivendo perciò: ’ntenzione, ’ndugio, ’Ndriolo, ma lezione («elezione»), taliano, scoltare, struzioni, Rezzo (Arezzo), Ristotile, Lesandro, Melio, Mico, ecc.

Ogni altra alterazione del testo manoscritto è stata indicata nell’apparato.

  1. Essi sono: ydoli (225, 14), Yerusalem (71, acc. a Gerusalem > Jerusalem), Yesi (233), ymaginando (63, 3), Yosofach (587), Ypocras (452), ypocrisia (560, 19), ypocrito (408, 15), Ysabelta (94), Ysifile (217), Ysopo (619), Ysoita (342), ystrolagi (27, 5), Ytalia (36), ytropica (271, 12); ma anche reyna (26, 21), inimicy (556, 26), poy (80, 32), sey (70, 31), savy (27, 20).
  2. Cfr. «Arch. glottol. ital.», xvi, p. 411.
  3. Che sono i seguenti: in letto (667, 19): in lume (47, 17; 456, 35), in luogo (395, 21; 475, 10); in racquistar (602, 13), in regimento (624, 5), in rinfrescamento (408, 24); con lume (34, 2 e 12; 46, 11; 73, 2), con re (649, 18; 654, 24); con resto (387, 4). Dobbiamo qui anche ricordare il luogo (= in l., 421, 23), e notare sotto’ letto (630, 23). Non crediamo trovarci di fronte ad un caso di assimilazione in tutto reame (637, 26), per il particolare carattere di tutto, che rifiuta spesso l’articolo (cfr. ad es.: 45, 20; 70, 29; 74, 17; 106, 16; ecc.).
  4. Per l’estensione di questo fenomeno nel lucchese antico e moderno, cfr. «Arch. glottol. ital.», xii p. 125, e xvi, p. 413.