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il quarto d’ora di rabelais. 269

bene, aveva conosciuto suo padre. Joanna ascoltava, sorridendo sempre, non rispondendo mai, quasi per una cortesia fredda, per lasciar parlare sino alla fine quel bravo ed onest’uomo che si credeva in dovere di consigliarlo.

“Sentite, Riccardo: persuadetevi. Il vostro bel giornale è prematuro: non può vivere, non può vincere la concorrenza degli altri più forti. Lasciatelo morire. Non abbiate falsi pudori. Nessuno vi rinfaccerà la disfatta. Vedrete: i vostri nemici, finita la concorrenza, saranno i primi a riconoscere che il vostro giornale è stato un miracolo di forza, di costanza, d’ingegno. Anche non riuscendo, voi avete dato una grande prova di voi, del vostro valore. Avete conquistato un nuovo pubblico, il pubblico degli uomini politici, della gente seria. A un nuovo tentativo, troverete appoggio da tutte le parti. Siete una forza, oramai: fra un anno, fra due anni, il punto d’appoggio lo troverete naturalmente, nel bisogno che si avrà di voi. Dove non è riuscito Sella, riuscirà Minghetti, riuscirà Spaventa, riuscirà fors’anche Bonghi. I vecchi partiti sono corrosi, crolleranno. Il partito, anzi la maggioranza del buon senso, della pratica, del lavoro, sta per costituirsi, per forza propria, necessariamente. Allora potrete fare un gran giornale, sopra una