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lo con obbedienza e con pace, ma onoriamolo con timore e con rispetto. E, invece di abbatterci e di smarrirci, cerchiamo, nel dolore, le novelle fonti di una esistenza migliore, più degna di noi, più degna del nostro nome di uomini e di cristiani. Che le lacrime non siano miserabili e vane; che lo strazio non sia arido e sterile; che l’angoscia non sia inutile. Fecondiamo il dolore! Diventi, in noi, attaccamento più saldo e più fedele alla religione dei nostri padri: coscienza, più rigida e più assoluta dei nostri molteplici doveri: amore dei nostri, della nostra, casa, più indulgente, più tenero, più perdonevole: amore del nostro