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pezzo di pane. Erravano insieme nel pomeriggio di primavera, sino all’imbrunire. Non si lasciavano che alla casa, quando Ciccotto andava a dormire, e Canituccia, dopo avere ingoiato una minestra di cicoria fredda, o pochi ceci, o un po’ di cotenna col pane, andava anch’essa a dormire. Certo Pasqualina non era più avara e più feroce di altre contadine, ma ella stessa non era agiata e non mangiava un pezzetto di carne che la domenica. Batteva qualche volta Canituccia, ma non più che le altre contadine battessero le proprie creature.

Più tardi, nell’estate, Canituccia e Ciccotto stavano più lungamente insieme. Se ne andavano all’alba a cercare granone, fichi e mele primaticce cadute dagli alberi, poichè Ciccotto era diventato forte, grande e grosso, mentre Canituccia rimaneva magra e debole. Talvolta Ciccotto correva troppo per la bambina e questa si sentiva trascinare, spossata sotto il sollione bruciante, sulla terra secca e screpolata.