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incerata nera, dai cassetti profondi; divani lunghi, angolosi, foderati di lana verde e come imbottiti di spini; armadii larghi quanto una parete, che si serravano con un piccolo catenaccio. Nelle cornici nere e tarlate certi quadri sanguinolenti: la battaglia di Solferino, Mazeppa, Marco Botzari — e certe incisioni sbiadite che rappresentavano il Tempio di Serapide a Pozzuoli, la Via dei Sepolcri a Pompei. Per ornamento, sui cassettoni, sotto le campane di cristallo, certi santi vecchi, vestiti da frati cappuccini. Il salone aveva le imposte sbarrate, immerso nella oscurità, proibito ai bambini; del resto, chiuso a chiave, aperto solo quando veniva una visita ufficiale.

Dalle otto del mattino alle due del pomeriggio, la casa era tranquilla e silenziosa, perchè i bimbi erano a scuola. A tavola il pispiglio era dominato da un appetito formidabile, appetito di bambini sani, grassi, forti: dopo, a dormire sino alle quattro, siesta obbligatoria di provincia. Dalle quattro alle cinque studia-