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dietro all'inafferrabile fantasma, al folletto piccolino, tu non ne hai avuto paura. Queste storielle sono antiche, alcune antichissime, appartengono al lontanissimo passato che non ritorna più; furono vita e morirono; furono dramma umano e sono parole vane, tradizione oscura e scorretta. Rimane di esse talvolta un quadro, una statua, una chiesa, una tomba, un bosco, talvolta una semplice idea, talvolta un, semplice nome, ma è il passato. Tu, orgogliosa giovinetta sorridi nel presente, sorridi all'avvenire, non puoi volgerti indietro, guardi innanzi, dove è la tua bella realtà di luce e di profumi. Tu leggi le storie del passato, ma le sirene, i cavalieri, le dame, i monaci, i grassi borghesi, i pallidi poeti non ti destano che un sorriso di pietà; essi sono morti e vive Napoli bella ed immortale, vive la gioventù gioconda, vive il glauco mare, vivono i ridenti poggi. Immenso si svolge l'avvenire. Lo so. Ma pel sarcastico sorriso con cui tu ti burli delle mie care larve, evocate dalla tradizione o dalla fan-