Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/184

180 leggende napoletane

il collo stecchito, la testa sollevata sui cuscini, ma piegata sul lato diritto, le mani prosciolte. I capelli sono arruffati, quasi madidi del sudore dell’agonia. Gli occhi socchiusi, alle cui palpebre tremolano ancora quelle ultime e più dolorose lagrime. In fondo, sul materasso sono gettati, con una spezzatura artistica, gli attributi della Passione, la corona di spine, i chiodi, la spugna imbevuta di fiele, il martello. Sul piedestallo, sotto i cuscini, questa iscrizione: Joseph Sammartino, Neap., fecit, 1753. E più nulla. Cioè no: sul Cristo morto, su quel corpo bello ma straziato, una religiosa e delicata pietà ha gettato un lenzuolo dalle pieghe morbide e trasparenti, che vela senza nascondere, che non cela la piaga ma la molce, che non copre lo spasimo ma lo addolcisce. Sopra un corpo di marmo, che sembra di carne, un lenzuolo di marmo che la mano quasi vorrebbe togliere. Niente manca, dunque, in questa profonda creazione artistica: e vi è il sentimento che fa palpitare la pietra, turbando il nostro cuore, e