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62 La grande fiamma


tutto bruno, arcuato, quasi piegato in due, e passando vicino, Grazia udì uscirgli dal petto un gemito rauco e cadenzato, quello che esce dal petto dello spaccalegna.

— Questo non canta certo le ottave di Torquato Tasso, come dicono i poeti di Venezia — osservò Ferrante, nel cui cuore lo scetticismo soverchiava ogni tanto il sentimento.

— Eppure questa laguna avrebbe dovuto esser fatta solo per l’amore e per l’arte — mormorò ella, aspirando il profumo di un mazzolino di violette — non per il duro lavoro e per la miseria.

— Gli uomini guastano tutto — osservò sentenziosamente Ferrante.

— Sì — approvò lei, chinando il capo.

La gondola andava lentamente, fra il gorgoglìo delle acque smosse; a un certo punto, lasciando il Canal Grande, infilò un piccolo canale, fra due alti palazzi grigio-verdastri. Così faceva sempre il gondoliero che li conduceva in giro, senza chieder loro dove volessero andare. Due o tre volte lo aveva chiesto: ma essi si