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Tramontando il sole 145


neppur dire a nessuno la sua miseria: ella si vedeva già finita, senz’amore, senza amicizia, coi soli legami frivoli mondani, ritenuta per una donna senza cuore — giacchè questa, fatalmente, era la sua reputazione — e gemente intanto nel desiderio dell’amore. Ora, ora, da quel pomeriggio in casa di Anna, ella aveva dato una sublime ragione alla sua esistenza.

Dai grandi occhi spiranti uno strano turbamento, dai subitanei pallori che le coprivano il volto, quando egli appariva, dalle mani che si facevano fredde nelle sue, da certi più prolungati silenzii che regnavano fra loro, dall’imbarazzo crudele di certi momenti, dai sussulti che ella non sapeva reprimere, a certi atti, a certe parole, Giovanni intravide che accadeva qualche grave fatto nell’anima di Clara. Una o due volte, la interrogò:

— Che avete?

— Nulla — ella diceva, chinando gli occhi, mordendosi lievemente il labbro, come quando non pronunziava la parola che voleva pronunciare.

Egli credette che Clara gli nascondesse

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