Pagina:Serao - La virtù di Checchina, Catania, Giannotta, 1884.djvu/21


di checchina 11

facciamo forti, core mio. Addio, a rivederci, me ne vado, debbo impostare questo bigliettino per Giorgio. Hai un francobollo da un soldo?

— Come vuoi che io lo abbia? Non scrivo mai.

— Scommetto che non hai neppure la carta da scrivere?

— Ne ha Toto, nel suo studio, con l’intestazione sua.

— Poveretta, poveretta, come ti compatisco! L’amore è una gran bella cosa, Checchina mia.

E se ne andò, gaia, leggera, con una effusione di sorriso interiore sul volto, come chi porta un tesoro di dolcezza nell’anima. Checchina stette un minuto a pensare, poi si adattò attorno alla vita, sul vestito nero,