Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/366

360 la mano tagliata.


«— Il dottore non tornerà da Dublino, che fra tre giorni. Noi partiremo domani, — disse Lewis.

«— Domani? — esclamò Dick Leslie.

«— E se egli ritornasse domani mattina, chi vi salverebbe da lui? Credete: lasciate la casa all’alba di domani. —

«I due servi si guardarono e dissero qualcosa tra essi, sottovoce. Certo, avevano deciso di fuggire l’indomani mattina, tanto la collera di Henner li sgomentava. Dick Leslie li salutò, essi ci salutarono, mentre Maria tese loro la mano, che Lewis e John baciarono. Maria aveva gli occhi pieni di lagrime, licenziandosi per sempre da quei servi, che erano stati più fedeli alla vittima che al carnefice. Io avidamente guardai questa scena e uno stranissimo sconvolgimento turbò il mio essere nelle sue radici più profonde, quando mi accorsi di questo: Maria, la prigioniera, la vittima di Marcus Henner, aveva ambedue le mani!

· · · · · · · · · · · · · ·

«Riprendo la lettera al punto, in cui l’ho sospesa, senza aggiungervi neppure una parola di commento. Dopo la stranissima scoperta, che io feci in quella notte d’inverno, interrogata Maria, non volle partire con la carrozza di posta, che aspettava in una viuzza poco lontana di Charing Cross. Forse le pareva quello un mezzo troppo lento di fuggire Londra e il suo persecutore, forse la povera carcerata anelava respirare le libere e sane brezze del mare. Quando io le dissi che egualmente un yacht ci aspettava ancorato lungo una delle sponde del Tamigi, ella sorrise per la prima volta da che io l’aveva veduta, e mi disse di volerci andare subito.

«Il detective camminava accanto a noi nel più perfetto silenzio, senza turbare la nostra quasi muta compagnia. Ella mi appariva molto stanca, si